Fruit of the allergia

Sono 25 anni ormai che il mio cervello rifiuta i vegetali e i frutti. A parte che nessuno mi ha mai dimostrato che “fanno bene, sono buoni, i bambini del terzo mondo se li sognano”, devo ammettere che comunque, crescendo, avevo aperto la mia bocca (non la mente) anche a codesti cibi. Non tutti, molta selezione all’ingresso, qualcosa proprio mi sforzo di mangiarla anche se  non mi va giù ma magari nel contesto sono buoni. Tipo i pomodori. Non mi piacciono. Però nei tramezzini ce li metto, nella caprese ce li metto, nella pasta ce li metto e via così. Il mio rifiuto continua a essere totale nei confronti di quella verdura verde tipo iceberg ecc. che proprio mi fa sentire una mucca che mangia erba quindi, no, basta quella roba proprio non la voglio. Ho invece imparato ad apprezzare le zuppe e i minestroni. Ma credo di averlo fatto per convenienza, nel senso che me li prepara mamma la domenica prima che io torni a Cagliari e si possono scaldare e mangiare i giorni dopo. Insomma, mai sputare nel piatto pieno di minestrone preparato da altri e solo da scaldare.

Veniamo alla frutta. Sono 25 anni che ne mangio poca. Sono diversi anni che dico che sono allergica alla frutta perché ogni volta che ne mangio mi viene prurito in bocca e tutti mi “scherzano” dicendomi che non sono abituata a mangiarne. Invece no! La scienza sta venendo in mio aiuto. Settimana scorsa sono stata alla prima visita dall’allergologo. Insomma, testa qui testa là, sono molto allergica agli acari (bella scoperta! non faccio altro che starnutire ovunque vada), alle zanzare e ai tafani (e anche qui non ci voleva molto…). Nessun polline. Ma siamo alla frutta (ah-ah-ah spiritosa). Allergicissima a melone, anguria e banana. Poi ho finito le braccia per fare i test e quindi ci devo tornare. Con questo dove voglio arrivare?

Avevo ragione io, sono allergica alla frutta.

CVD

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